LAVORATORI UNICOOP DEI MAGAZZINI DI SCANDICCI & SESTO FIORENTINO
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DOCUMENTI RIGUARDANTI ALTRE REALTA' LAVORATIVE (PUNTI VENDITA, COOP ITALIA, IPERCOOP)


SFRUTTAMENTO A MARCHIO COOP

Volantino distribuito da "i precari Coop in lotta" (Coop Italia)


Lunedì 15 giugno no, gruppo di ex-precari (in quanto cacciati) COOP, ci troveremo a sostenere una vertenza per il diritto al posto di lavoro.
Gli attacchi che i lavoratori stanno subendo sono innumerevoli: precariato, appalti, contratti cooperativi dei più disparati hanno assorbito ormai la quasi totalità dei nuovi lavoratori, trasformando il mercato del lavoro in una giungla incontrollabile, dove stipendi da fame, orari disumani, disprezzo della dignità umana hanno preso il sopravvento, dove i diritti che i lavoratori si erano conquistati con anni di lotte durissime sono stati via via riassorbiti dai padroni.
La tendenza all'utilizzo del precariato come forma di sfruttamento, che comunque esiste da sempre, si è accentuata sul finire degli anni ottanta, quando l'uso dei contratti a termine diventava sempre più ricorrente, ma è stato il centro-sinistra, con il pacchetto Treu del 1997 a liberalizzare il lavoro interinale e precario; da allora per i lavoratori la ricerca del lavoro è diventata un incubo, e la legge Biagi appena entrata in vigore è stata la ciliegina sulla torta.
COOP ITALIA, in questo settore, non ha niente da invidiare a nessuno; si può anzi dire che ha fatto scuola su come prendere una persona, ridurla ad un automa, strizzarla come un limone, buttarla nel cesso e tirare lo sciacquone.
Infatti nei 5 magazzini dislocati tra Sesto, Cavalle e Prato, c'è tutto ciò che può venire in mente in fatto di precarietà: precari COOP, interinali di agenzie varie, appalti, sub-appalti, sub-sub-appalti e così via; i lavoratori vivono la loro giornata lavorativa in condizioni di sicurezza ridicole e all'insegna di una parola: ricatto; se non si ubbidisce agli ordini (che possono variare dall'andare a lavorare sette giorni su sette, magari di notte o fare 11/12 ore consecutive, per dire) i precari rischiano "l'agognato" rinnovo del contratto, gli interinali idem, i lavoratori delle Cooperative il posto di lavoro, che per gli immigrati (presenti in gran numero) vuol dire perdere anche permesso di soggiorno con quel che ne consegue.
Di fatto assistiamo a una situazione in cui ci sono precari che, di tre mesi in tre mesi, lavorano in COOP ITALIA per 5,7, anche 9 anni, sbalzati da un magazzino all'altro a seconda delle esigenze del padrone e con stipendi da fame (la favola che alla COOP si guadagna bene va smentita: lo stipendio d'ingresso è di 850 euro, per quelli degli appalti la situazione è ancora più drammatica…), in barba alle loro bandiere della pace appese ovunque e alle loro autocertificazioni di qualità.
Dopo tutti questi anni di precariato, con l'appoggio del CDLC-Comitato Difesa Lavoratori Cooperative (RDB) abbiamo fatto causa all'azienda per reclamare ciò che è giusto: lavoro fisso, stabilità economica, salari dignitosi, rispetto della persona.
E' chiedere troppo?
Per la COOP evidentemente sì, visto che la risposta è stata l'immediato allontanamento dall'azienda…

Precari COOP in lotta



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